La percezione del vino cinese tra le giovani generazioni in Cina è cambiata molto e in pochissimo tempo. Negli ultimi dieci anni circa, i vini nazionali hanno perso quote di mercato a favore dei vini importati, ma ora stanno riprendendo slancio grazie alla ritrovata fiducia tra i consumatori cinesi.

Il vino (pútáojiu =  alcol d’uva) ha una lunga storia in Cina. Anche se a lungo oscurato da una bevanda alcolica non a base di uva fermentata (huangjiu) e dall’acquavite di cereali (baijiu), il consumo di vino è cresciuto notevolmente dalle riforme economiche degli anni ’80.

La Cina è ora annoverata tra i primi dieci mercati mondiali per il vino, con legami molto forti con i produttori francesi.

In Cina, l’uso dell’uva selvatica nella produzione di bevande alcoliche risale al 7.000 a.C. circa.

Ben documentata è invece quella che secondo gli studiosi è la data d’ingresso della prima vite coltivata: l’anno 128 a.C., ossia dopo la spedizione del generale cinese Chang Chien, spintosi fino a Fergana, a est di Samarcanda, che si procurò i semi della vitis vinifera e dell’erba medica per portarli in dono all’imperatore. Nella relazione che li accompagnava annotò che gli abitanti più facoltosi di Fergana erano forti bevitori e possedevano enormi scorte di vino molto vecchio nelle cantine.

Il consumo del vino non si diffuse però massicciamente sia perché inizialmente non del tutto in sintonia col gusto dei cinesi, sia per altre prevenzioni che rasentavano la superstizione. Tuttavia, nel VII secolo un notabile della corte imperiale, Meng-Shien, ne consigliava il consumo a scopo curativo per alcune indisposizioni, purché non si alzasse alzare troppo il gomito. Ai suoi tempi due erano i tipi di vino d’uva: uno di gusto più morbido ricavato dalla fermentazione del mosto e un altro, molto più robusto, ottenuto attraverso la distillazione a caldo (quindi una sorta di bassa a bassa gradazione alcolica) prodotto a Gaochang sulla via per la Persia.

La coltivazione della vitis vinifera godette il sostegno di molti imperatori, tra cui K’an-hi, che regnò nel secolo XVII e promosse la diffusione della vite in diverse zone del Paese, accorgendosi che i terreni più adatti erano quelli a nord mentre più si scendeva verso sud le difficoltà di adattamento aumentavano.

Prima degli anni ’90, la produzione di vino non era sofisticata: i marchi più noti per i vini domestici, Changyu e Great Wall, producevano generalmente vino miscelando succo d’uva parzialmente fermentato con aromi. Solo alla fine del XX secolo i consumatori cinesi hanno iniziato a interessarsi agli stili di vita dell’Occidente, e vin e altro sono stati introdotti nella vita dei cinesi.

Il primo lotto di nuove cantine cinesi è apparso negli anni ’90. E quando la Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio nel 2001, c’è stata una marea di vino importato. Ciò ha aperto il mercato cinese e ha istruito i consumatori, portando alla consapevolezza che potrebbe esserci un grande potenziale all’interno dell’industria cinese.

In Cina non esiste un sistema di classificazione ufficiale. La Ningxia, tuttavia, ha stabilito un suo sistema di classificazione ufficiale, classificando le aziende vinicole in cinque livelli di qualità. Per potersi classificare, il produttore deve rispettare un elenco di requisiti, tipo:

  1. la viticoltura e la cantina dell’azienda devono essere gestite da un unico team integrato
  2. la fermentazione del vino, l’invecchiamento, il serbatoio e il processo di imbottigliamento devono essere completati all’interno dell’azienda vinicola
  3. dovrebbero esserci strutture turistiche;
  4. tutte le uve utilizzate per la vinificazione devono provenire dal vigneto dell’azienda e da viti di almeno cinque anni
  5. i produttori sono incoraggiati a mostrare una caratteristica distintiva sui loro edifici principali.

Ogni due anni sarà convocata una commissione formata da esperti enologi, critici, rappresentanti degli organismi di categoria e consumatori per valutare e dare un punteggio a ogni cantina che ha chiesto di essere classificata. Un’azienda vinicola può essere classificata o promossa all’interno del sistema e le aziende possono stampare il loro stato sulle etichette delle bottiglie. Una volta che una cantina diventa una “Prima Crescita”, livello più alto della classificazione, verrà riesaminata poi ogni dieci anni.

I principali vitigni a bacca rossa coltivati ​​in Cina includono Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Gernischt e Marselan; una manciata di vigneti ha coltivato Syrah, Pinot Nero, Saperavi e Malbec. Il Cabernet Sauvignon è il vitigno principale a bacca rossa, subito seguito dal Marsalan.

Tra i vitigni a bacca bianca, l’uva più diffusa è lo Chardonnay, seguito da Petit Manseng, Riesling, Welschriesling, Viognier e Vidal.

Ci sono otto regioni vinicole su larga scala in Cina:

  • Ningxia: la regione vinicola cinese più conosciuta. Questa arida regione centro-settentrionale è protetta dalle intemperie del nord-ovest dai Monti Helan, mentre il Fiume Giallo fornisce l’irrigazione. Con un’altitudine sopra i 1.000 metri e più di 3.000 ore di sole, i terroir di Ningxia producono uve con aromi concentrati, alti livelli di alcol e tannini forti
  • Xinjiang: con i suoi terreni diversificati e il clima favorevole che producono Cabernet Sauvignon e Chardonnay forti di frutta e aromi minerali, lo Xinjiang è considerato dai cinesi un paradiso per la viticoltura. Altre uve come Syrah e Marselan qui fanno bene, mentre due particolari aree dello Xinjiang, il Manas Basin e lo Yanqi Basin, hanno visto la crescita di una serie di cantine boutique, alcune delle quali hanno avuto un certo successo con varietà dell’Europa orientale come Rkatsiteli e Saperavi
  • Shandong: il clima più caldo dello Shandong offre un vantaggio rispetto allo Xinjiang e al Ningxia: ad esempio, le cantine non hanno bisogno di seppellire le loro viti per proteggerle dagli inverni rigidi, come fanno in quelle regioni alte dove le temperature invernali possono scendere a meno 15 C e sotto. Le uve bianche dello Shandong sono influenzate dal clima marittimo, producendo vini puliti, freschi e fruttati, con acidità croccante e sentori di mineralità. Anche i vini rossi hanno raggiunto ottimi livelli di qualità
  • Hebei: ha un clima fresco e secco, molti vigneti maturi e un pool di talenti vinicoli. È questa regione che produce i Pinot Neri e i Merlot più eleganti della Cina e il Marselan più costoso della Cina
  • Shanxi: questa regione produce molto meno vino rispetto alle altre, ma ha una grande reputazione per la qualità delle loro miscele di Cabernet Sauvignon e Merlot e del Pinot Noir.
  • Gansu: le uve primarie sono il Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Chardonnay e Riesling. In generale, i vitigni a maturazione tardiva tendono a funzionare meglio, il che è una sfida dato il clima fresco
  • Yunnan: a oltre 2.000 metri sul livello del mare è una delle aree vitate più alte del mondo. Le cantine qui sono sparse nelle valli dei fiumi Mekong e Dadu. I vigneti più piccoli possono avere non più di 10 ceppi, ma il lungo periodo di maturazione, l’alta quota e gli inverni più miti (senza necessità di interrare le viti), oltre al suo eccellente ambiente di crescita ha attirato grandi investitori
  • Liaoning: la regione degli Ice Wine.