La viticoltura in Italia, intesa come pratica della coltivazione della vite per la produzione di vino ha origini remote; non a caso l'antico nome di una parte dell'Italia era Enotria (terra del vino), dal nome degli Enotri, abitanti dell'attuale Basilicata, che fin da 500 anni prima di Cristo avevano sviluppato e perfezionato le tecniche di viticoltura, vinificazione e conservazione del vino.
Le regioni vitivinicole italiane si distribuiscono sull’intero territorio nazionale, dalle terrazze della Valtellina alla Puglia, dalla Val D’Aosta all’isola di Pantelleria. I vini italiani, dagli stili diversi, facilitano gli abbinamenti con le variegate abitudini alimentari e con la cucina di tutto il mondo. Inoltre, la maggior parte dei vini italiani raggiunge il mercato già pronta per la beva e può quindi essere consumata immediatamente. Questi fattori garantiranno ai vini italiani popolarità e prestigio anche in futuro.
Geografia e clima in Italia
Grazie alle diverse zone climatiche, la viticoltura in Italia offre una grande varietà di vitigni unici nel loro genere. Il clima è influenzato principalmente dal Mar Mediterraneo e dalle catene montuose. Nel Nord Italia, le Alpi proteggono il paesaggio dal maltempo, mentre nelle zone interne la catena montuosa degli Appennini attraversa lo stivale, determinando così un limite meteorologico. Anche il terreno, caratterizzato dalla presenza di calcare, tufo vulcanico e argilla ghiaiosa, risulta variegato e proficuo per le zone vitivinicole italiane.
Le regioni vinicole italiane
Le regioni vitivinicole italiane si distribuiscono sull’intero territorio nazionale, dalle terrazze della Valtellina alla Puglia, dalla Val D’Aosta all’isola di Pantelleria.
La viticoltura è quindi praticata in tutte le 20 regioni del Paese, che si caratterizzano per la diversità e l’unicità dei prodotti vinicoli a seconda delle particolarità locali.
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I vini italiani, dagli stili diversi, facilitano gli abbinamenti con le variegate abitudini alimentari e con la cucina di tutto il mondo. Inoltre, la maggior parte dei vini italiani raggiunge il mercato già pronta per la beva e può quindi essere consumata immediatamente.
Questi fattori garantiranno ai vini italiani popolarità e prestigio anche in futuro.
Geografia e clima in Italia
Grazie alle diverse zone climatiche, la viticoltura in Italia offre una grande varietà di vitigni unici nel loro genere. Il clima è influenzato principalmente dal Mar Mediterraneo e dalle catene montuose. Nel Nord Italia, le Alpi proteggono il paesaggio dal maltempo, mentre nelle zone interne la catena montuosa degli Appennini attraversa lo stivale, determinando così un limite meteorologico. Anche il terreno, caratterizzato dalla presenza di calcare, tufo vulcanico e argilla ghiaiosa, risulta variegato e proficuo per le zone vitivinicole italiane.
Il sistema di qualità
In Italia sono presenti questi livelli di qualità del vino:
- VDT (Vino da Tavola). È un vino non soggetto a specifiche restrizioni geografiche che garantisce ricchi raccolti. Il vitigno e l’annata possono essere indicati sull’etichetta del vino secondo le normative europee.
- IGT/IGP (Indicazione Geografica Tipica/Protetta). È una classificazione che di solito racchiude un’area di produzione molto vasta in cui le linee guida di produzione non sono interamente definite. Una parte dei viticoltori utilizza questa denominazione per produrre cuvée da vitigni che non sono ammessi dal regolamento della DOP. Alcuni di questi vini sono tra i migliori vini d’Italia in termini di qualità. L’IGP è il successore della classificazione dei vini IGT.
- DOC (Denominazione di Origine Controllata). È la seconda classificazione più alta in termini di qualità per i vini italiani, che è stata trasformata in DOP nel corso della standardizzazione avvenuta all’interno dell’UE (2009). La denominazione si applica ai vini di qualità che provengono da specifiche aree di coltivazione ed è soggetta a severi controlli.
- DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). È il più alto livello di qualità dei vini italiani, che li autorizza a portare la stimata etichetta intorno al collo della bottiglia. In passato, i vini DOCG erano i più rigidamente regolati in termini di linee guida di produzione, vitigni e confini delle regioni di coltivazione. La riforma europea del settore del vino del 2009 li ha poi portati sullo stesso piano dei DOC.
- DOP (Denominazione di Origine Protetta). È la nuova abbreviazione (dal 2009) per DOCG e DOC e ha valore nell’ambito della normativa europea. Tuttavia, i viticoltori italiani possono continuare a utilizzare le denominazioni tradizionali (clausola di anteriorità).