La cultura del vino in Libano è antica, e si è via via arricchita grazie al contributo dei popoli che si sono succeduti nei secoli nella dominazione di questo territorio crocevia tra Europa, Asia e Africa.

Furono soprattutto le civiltà del Mediterraneo, partendo dai Fenici per arrivare al colonialismo francese, ad ispirare la struttura e il gusto del vino libanese.

La storia del vino in Libano è dunque strettamente legata al succedersi delle influenze delle culture nel corso dei secoli. Anche la storia della religione e le leggende bibliche ne fanno da testimoni.

Sembra infatti che fu Noè a piantare la prima vite quando si fermò sul Monte Saninno. Come in Europa, furono soprattutto i diversi ordini religiosi a contribuire allo sviluppo della viticoltura locale e la storia del vino in Libano è legata proprio a queste dinamiche.

Il Libano gode di condizioni a livello geomorfologico e climatico assolutamente favorevoli alla viticoltura, e la coltivazione della vite ha origini antichissime, importata dalla Babilonia almeno 5’000 anni fa e sviluppatasi grazie ai fiorenti commerci con l’Egitto.

Furono però Fenici ad affinare la tecnica della vinificazione. Grazie ai commercianti fenici fiorirono gli scambi e la produzione di vino. La tradizione proseguì in epoca romana e nel medioevo, arrivando al XVI secolo, quando gli ottomani invasero le aree attorno al Mediterraneo orientale. La produzione e il consumo di vino erano vietati dalla loro legge della Sharia; quindi, il fiorente settore vinicolo venne bloccato.

Nel XIX secolo le cose iniziarono a cambiare, perché ai non musulmani erano state concesse dallo stato Ottomano alcune libertà, una dei quali era il diritto di produrre vino a scopi cerimoniali. Fu su questa base che, nel 1857, un gruppo di sacerdoti gesuiti fondò la prima azienda vinicola a Ksara, una cittadina nella Valle della Bekaa, il miglior territorio vinicolo del Libano. In tempi più recenti l’industria vinicola ha dovuto far fronte al turbolento periodo della guerra civile.

La viticoltura in Libano è molto attenta alle condizioni delle vigne e alla resa, mai eccessiva. La superficie vitata in Libano è di circa 2’000 ettari, per una produzione annua si attesta sugli 8 milioni di bottiglie, con un’altissima qualità della raccolta, che si riflette nell’equilibrio e nell’eleganza dei vini, quasi in una ricerca di perfezione.

Si sta anche studiando l’introduzione di disciplinari che permettano di certificare l’origine e le caratteristiche dei vini, visto che attualmente le denominazioni di origine non esistono ancora nel paese.

Le uve utilizzate per la vinificazione dei vini libanesi sono soprattutto i vitigni internazionali importate in origine dalla Francia o dalle sue colonie. La produzione libanese è costituita in gran maggioranza da vini rossi (75%).

Lo Syrah rappresenta il 20% della superficie vitata, seguito dal Cabernet Sauvignon e Franc, Cinsault, Grenache, Merlot, Carignan, Alicante come vitigni a bacca nera e Chardonnay, Ugni Blanc, Sémillon e Sauvignon sono le varietà più coltivate a bacca bianca.

Esistono anche alcuni vitigni autoctoni, che derivano in linea diretta da tipologie dell’epoca fenicia, come l’Obeidi, simile allo Chardonnay, il Merwah e l’Aramon. Con l’Obeidi e il Merwah si produce il “Château Musar Blanc”, uno degli attuali vini Libanesi più affermati.

La Valle della Bekaa è un altipiano che raggiunge i 1000 metri, racchiuso tra le catene montuose del Libano e dell’Antilibano (al confine con la Siria) e che si sviluppa in parallelo alla costa a circa 50 km dal mare. Qui le viti trovano quindi le condizioni migliori per la crescita, e la stessa fillossera non ha colpito questa regione, permettendo di trovare viti su piede franco ancora produttive che raggiungono anche gli 80 anni di età.

La forte escursione termica tra notte e giorno è il vero segreto della qualità delle uve di questa valle, grazie alla rugiada notturna che rinfresca e protegge i grappoli. La Valle della Bekaa produce quasi il 90% del vino libanese, ma è solo negli ultimi decenni che il suo potenziale vinicolo è stato veramente realizzato. I primi vigneti della Bekaa Valley furono piantati a Cinsaut, a cui in seguito si aggiunsero il Carignan, la Grenache, lo Syrah, il Mourvedre, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e i bianchi Ugni Blanc, Clairette e Chardonnay.